Teatro

“Il pasticcio delle pellicce” per ridere a Milano

“Il pasticcio delle pellicce” per ridere a Milano

Il piccolo ma molto amato Teatro Caboto di Milano ha riaperto i battenti al suo pubblico con una novità di Feydeau a favore dell’Abruzzo e, subito dopo e fino all’11 ottobre, ha presentato una novità assoluta, uno spettacolo brillante mai rappresentato in Italia: Il pasticcio delle pellicce di Maurice Hennequin, con la regia di Boris Macaresco e Gianluca Frigerio. Fra gli interpreti, Boris Macaresco è Enrico Castrati, Adriana Milani è Isabella Castrati, Paolo Milano è il dottor Leonardo Franconi, Sara Parigino è Giusy Bonelli, Palmerio Sortino è Tony Mani di Fata. Infine, Francesco Cevaro è sia Giulio sia Vincenzo Floreani. La commedia è il frutto della collaborazione tra il commediografo belga Maurice Hennequin (1861-1926) ed il cow-boy, filosofo, attore, autore di sketch Will Rogers. Risulta che Mannequin abbia scritto oltre 60 copioni mentre si dice che Wil Rogers abbia incontrato Feydeau nel primo dopoguerra, girando l’Europa. Ne nacque una collaborazione che avrebbe portato a diversi canovacci che Rogers, con alcuni scrittori di sketch americani dello staff di Zigfield, rielaborò. Non si sa perché nessuno di questi copioni sia mai stato messo in scena dallo stesso Rogers: forse impegnato in altri lavori, tra cui cinema e varietà o forse perché i suoi impresari, tra cui lo stesso, celebre Zigfield, non sembravano convinti. Erano gli anni della grande depressione e i gusti del pubblico stavano cambiando. Hennequin scomparve nel 1926 e Rogers si schiantò col suo aereo nel 1935. Non si parlerà più del “Pasticcio” fino a pochi anni fa, quando una compagnia scoprì il copione in un archivio di Zigfield e lo propose nei teatri off-Broadway e poi nella provincia americana. La messa in scena del teatro Caboto ha riadattato il testo e lo ha ambientato nella Milano degli anni ‘70, aggiungendo battute comiche e gag. Ormai giunta al suo ottavo “vaudeville”, la compagnia stabile di questo teatro ha maturato un percorso di ricerca sul comico, reso possibile dal diretto e costante confronto con il pubblico, condizione privilegiata quanto necessaria per affrontare tale ricerca.